Interagire nella PA: quali tecniche per una comunicazione efficace?

Interagire nella PA: quali tecniche per una comunicazione efficace?

di Giorgio Tedeschi

ABSTRACT

Nella PA conoscere le tecniche per essere autorevoli e convincenti è quasi un dovere verso il proprio il pubblico o colleghi che vedono in noi un punto di riferimento, un valore sociale.


Ci sono persone che stiamo ad ascoltare e che ci convincono, ci danno fiducia e a cui crediamo. Nella PA chi gestisce la comunicazione e le relazioni, o comunque ha una responsabilità verso gruppi di lavoro, ha un ruolo particolarmente importante, perché non rappresenta solo sé stesso, ma la collettività verso la quale sta facendo o organizzando una servizio.

Ne consegue che nella PA conoscere le tecniche per essere autorevoli e convincenti è quasi un dovere verso il proprio il pubblico o colleghi che vedono in noi un punto di riferimento, un valore sociale.

La capacità di persuasione e quindi di essere efficaci, trova le sue fondamenta e conferme in una simmetria tra antico e moderno, tra la retorica di Aristotele e gli esperimenti di neuroscienze con gli strumenti di diagnostica per immagini.

Non stupisce che la scienza abbia recentemente confermato le teorie costruite nella storia. Così oggi abbiamo gli strumenti per capire in modo oggettivo cosa funziona e cosa no nel processo di persuasione, per quale motivo le persone credono e seguono quello che diciamo oppure no. Il processo non è semplice, ma abbiamo compreso quali sono le soluzioni concrete, applicabili al nostro vivere quotidiano.

In questo triangolo della persuasione dobbiamo prima di tutto avere la capacità di sentirci parte di un processo di comunicazione. Quindi di identificare, percepire e interagire con i destinatari. Ai vertici abbiamo la nostra credibilità, poi l’efficacia della relazione con chi ci ascolta e infine il contenuto del nostro messaggio. Ciascuna di queste parti va costruita e resa coerente in tutte le nostre azioni, studiata in modo accurato per enfatizzarne ogni aspetto e non creare confusione in chi partecipa con noi alla comunicazione.

Una conoscenza scientifica che è andata via via consolidandosi. Nell’Ottocento si poteva esaminare il cervello delle persone con speciali caratteristiche per comprendere come il loro modo di essere avesse un riflesso nella fisiologia e nella morfologia. Poi è stato più difficile fare a pezzi le persone e ha preso impulso l’aspetto psicologico e sociologico, con un disegno sempre più preciso della mente intesa come risposta all’ambiente e agli altri. Negli anni Novanta la conferma fisiologica dei neuroni specchio e la diagnostica per immagini, come la risonanza magnetica funzionale, ci ha portato ad avere conferme importanti su quello che funziona o che non funziona, rivelandoci ad esempio che le terrificanti immagini sui pacchetti di sigarette facilmente ottengono l’effetto contrario da quello voluto.

Tutte queste nuove conoscenze hanno una applicazione pratica nella nostra vita quotidiana. Ci aiutano ad esempio a capire quali immagini mettere in una presentazione, quale tono si deve utilizzare per dare diversi messaggi, come apparire davanti al nostro pubblico per predisporlo nel modo per noi più funzionale, di persona o online.

Sono tutte conoscenze che possiamo utilizzare ogni giorno e che spieghiamo nel corso ‘Interagire nella PA: le tecniche per una comunicazione efficace’ che faremo a ottobre.

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Giorgio Tedeschi, giornalista, consulente di comunicazione di oltre 200 imprese pubbliche e private. Da trent’anni forma manager ad affrontare i media attraverso un percorso che unisce esempi, teoria e pratica, sempre aggiornato in funzione della trasformazione dei mezzi di comunicazione. È stato direttore della radio de La Stampa, è direttore dell’agenzia televisiva Telepress. Il suo metodo formativo unisce l’esperienza di comunicazione con la competenza scientifica. E’ membro del tavolo tecnico di Agcom per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione sulle piattaforme digitali.