Il trade marketing è l’insieme delle attività strategiche e promozionali messe in atto dai produttori (Brand) o dagli stessi distributori (Private Label) all’interno dei canali di vendita per aumentare la visibilità dei prodotti ed ottimizzare le vendite. Nella cassetta degli attrezzi del trade marketer si trovano strumenti che consentono di analizzare sistematicamente le performance dei prodotti sui canali distributivi, misurando in particolare le rotazioni, gli impatti delle promozioni sulle vendite di un determinato item, la profittabilità generale di un prodotto o di una linea.
La complessità del panorama distributivo contemporaneo, sia in Italia che all’estero, pone alle imprese produttrici e ai futuri manager della distribuzione molte sfide e richiede un bagaglio di competenze aggiornato per poter operare con efficacia. Il Corso di Trade Marketing e strategie distributive ambisce a mettere in luce e ad approfondire alcuni aspetti fondamentali per le aziende e i professionisti del food and wine per permettere loro di approcciare il mondo della distribuzione moderna in modo più analitico e strutturato.
Il corso si concentra su quattro grandi aree tematiche:
Arthur C. Nielsen, fondatore della società di ricerche di mercato che oggi si chiama NielsenIQ, amava ripetere che “il prezzo della luce è inferiore al costo di rimanere al buio”. Camminare nei meandri della GDO e del largo consumo senza la luce fornita dai dati rischia di essere controproducente oggi e di far disperdere alle aziende, specialmente a quelle di piccole e medie dimensioni, risorse preziose nelle proprie attività di marketing e promozione.
I dati e la capacità di interpretarli correttamente possono garantire un vantaggio competitivo alle imprese in un settore articolato e complesso come quello del food.
Per questo motivo il corso mira a dare uno sguardo approfondito alla tematica dell’acquisizione, dell’analisi e della valorizzazione dei dati sotto forma di decisioni efficaci.
Non sta nel dato, ovviamente, la soluzione a ogni problema. Piuttosto, senza i dati le decisioni del management delle imprese – del food e di ogni altro comparto – rischiano di risultare inefficaci o controproducenti soprattutto in un ambito di largo consumo e di rilevanza della Grande distribuzione organizzata.
Il sell out marketing cerca di massimizzare le vendite nel punto vendita tramite diverse leve tra cui il taglio del prezzo, la space allocation (esposizione massificata di prodotto fuori banco), la promozione diretta in store (attività con prodotto omaggio, con gift o degustazione), le raccolte punti e le carte fedeltà.
Tutte queste strategie e tattiche incentivano l’atto di acquisto in quanto il cliente viene a contatto con il brand in alcuni touchpoint e, se stimolato o invogliato, tende a compiere il primo acquisto.
L’ export come approccio sistematico ad un business fuori confine richiede costanza, conoscenze dei mercati e degli interlocutori principali del paese in funzione degli obiettivi che ci si prefigge.
Che siano le grandi superfici di vendita (mass market) o il canale del food service è necessario far propria una visione di medio-lungo termine per affinare le strategie lungo il percorso e consolidare i risultati.
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